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08/03/2022

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Evento annuale 2021, i metodi di insegnamento e apprendimento di fronte alla sfida dell’innovazione

Tutti gli spunti emersi dal workshop organizzato nell'ambito dell'evento annuale del PON Ricerca e Innovazione

Workshop 1.2

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Quanto è importante l’innovazione nei sistemi di insegnamento e apprendimento e quale ruolo possono avere le università, insieme alle imprese, nello sviluppo di metodi innovativi a supporto degli studenti? È stata questa la domanda al centro del workshop “Supporto all’innovazione nell’insegnamento e nell’apprendimento” che si è svolto durante il pomeriggio del 22 febbraio, nell’ambito dell’evento annuale del PON Ricerca e Innovazione 2014-2020, organizzato quest’anno in collaborazione con lo University Business Forum della Commissione Europea. L’obiettivo del workshop è stato quello di presentare le esperienze di rappresentanti delle istituzioni dell’educazione superiore e delle imprese, di esperti e analisti di tutta Europa.  
A moderare i lavori Rui Coutinho, Direttore esecutivo dell’Innovation Ecosystem, Nova School of Business and Economics di Lisbona che ha esordito sottolineando l’importanza del tema in relazione ai cambiamenti che la società sta affrontando già oggi, a partire dalla sfida del cambiamento climatico, che devono essere affrontati attraverso l’apprendimento di nuove competenze e nuove specializzazioni.

A tal proposito Klaus Sailer, Professore di Imprenditorialità all’Università di Scienze Applicate di Monaco e CEO del Centro per l’Imprenditorialità di Strascheg (SCE) ha spiegato che attualmente le nostre università sono piene di nuovi talenti, studenti molto più appassionati e intraprendenti rispetto al passato, con un panorama di riferimento di valori nuovi. La vera sfida è quella di fornire loro una visione completa della vita, che metta le competenze specifiche in relazione ai contesti di riferimento e in questo l’imprenditorialità, intesa in senso olistico, può essere uno strumento importante da applicare nell’ambito del sistema universitario.

Andrea Rosalinde Hofer, analista politica e capo progetto dell’Iniziativa di partenariato per la rilevanza del mercato del lavoro e dei risultati dell’OCSE, ha sottolineato l’importanza dell’innovazione e delle nuove competenze digitali che devono essere sempre più centrali nei percorsi universitari per preparare meglio i ragazzi ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Anche perché il periodo in cui si studia è un momento unico della vita in cui è possibile riflettere in modo critico su quello che si vuole fare. Oggi sempre di più viene richiesto a chi si approccia al mondo del lavoro di adattarsi velocemente ad ambienti che cambiano in continuazione, sviluppando nuove conoscenze e competenze per non restare indietro. La velocità e l’imprevedibilità di questi cambiamenti rendono impossibile individuare con anticipo, in modo esatto, di quali competenze gli studenti di oggi avranno bisogno per avere successo nelle loro carriere future. Le istituzioni coinvolte nell’educazione superiore sono chiamate a rispondere a questi sviluppi attraverso approcci sempre più innovativi che sono sensibili ai bisogni degli studenti e del mercato del lavoro. “E’ estremamente importante, inoltre, quello che stiamo facendo oggi, ovvero la condivisione di questi approcci che porta benefici agli studenti, alle istituzioni e ai decisori politici” ha concluso Hofer.

A portare un’esperienza diretta dei nuovi bisogni del mondo del lavoro è stata Vanessa Tierney, CEO di Abodoo, una piattaforma nata nel 2017 proprio per rispondere ad una nuova esigenza di collegamento tra le persone, le competenze e le aziende. Fino a qualche anno fa le piattaforme di lavoro tradizionali non soddisfacevano questo bisogno e Abodoo ha creato un cruscotto visivo dinamico in grado di mostrare set molteplici di dati sia pubblici che privati, fornendo un reporting immediato che permette di prendere decisioni strategiche di reclutamento, investimento e istruzione. Il servizio è stato poi integrato con la tecnologia di mappatura Geonostics che permette di “scoprire” in tempo reale le competenze degli utenti, man mano che creano il loro profili. Questa funzione dà anche la possibilità ai Governi di calcolare il potenziale di cittadini che hanno l'opportunità di rimanere nella regione o che possono lavorare per una società in qualsiasi parte del mondo.

Un altro esempio di nuove tecnologie applicate ai campi della conoscenza è il progetto VASARI– Valorizzazione Smart del patrimonio ARtistico delle città Italiane presentato da Paola Dal Zovo, di Santer Reply SpA, che ha ricevuto un sostegno del PON Ricerca e Innovazione 2014-2020 nell’ambito dell’azione “Cluster” sui progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle 12 aree di specializzazione intelligente. Il progetto mette a sistema le più recenti innovazioni digitali, a partire dalla realtà aumentata, per rivoluzionare le attività di valorizzazione, fruizione e gestione delle opere d’arte, puntando a costruire un nuovo spazio culturale in cui gli spazi fisici di musei e siti storici siano integrati nello spazio digitale di contenuti e servizi culturali e fra loro interconnessi in una logica multi-sito. Il progetto ha sviluppato una nuova piattaforma aperta e in-cloud che da un lato ha integrato i contenuti culturali, i dati sulle visite e quelli di sensing del contesto e dello spazio appartenenti ai diversi siti e musei e dall’alto lato ha reso disponibili nuovi servizi realizzati per i visitatori e per le istituzioni culturali.

Infine, Agostino Marengo, professore all’Università di Foggia e fondatore di OSEL, spinoff dell’Università che sviluppa soluzioni innovative per il digital learning aziendale e che ospita dottorandi finanziati con borse di Dottorato innovativo a caratterizzazione industriale finanziate dal PON Ricerca e Innovazione. “Ancora oggi i manager delle risorse umane pensano in modo molto classico e il mercato dell’e-learning non è ancora così semplice da sviluppare – ha detto Marengo – Noi abbiamo avuto l’opportunità di portare alcune aziende importanti come Valentino, Fendi e Vodafone, dall’ambiente classico all’e-learning matchandolo con l’ambiente universitario”. Marengo ha precisato che molti studenti hanno iniziato a lavorare in OSEL e questo ha portato ad una crescita sia per loro che per l’azienda. L’idea per il futuro è quella di applicare all’ambito accademico le nuove tecnologie di blockchain e NFT.

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