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Autismo, all’Università di Messina si studia un nuovo approccio terapeutico

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Progetto
Il progetto di ricerca, condotto nell’ambito del Dipartimento Patologia Umana dell’Adulto e dell’età evolutiva “G. Barresi” dell’Università di Messina, coinvolge un ricercatore e si colloca nell’area di specializzazione Salute.
L’attività mira ad ampliare le conoscenze riguardo ai meccanismi molecolari, genetici, immunologici e biochimici sottesi al Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) per poter mettere a punto nuove strategie di diagnosi ed intervento. Si prevede un’attenta caratterizzazione clinica dei pazienti al fine di poter correlare sottogruppi specifici a traiettorie evolutive diverse, responsività diversa a diverse forme di terapia riabilitativa e farmacologica. Queste conoscenze porteranno ad identificare biomarcatori in grado di coadiuvare il clinico nella diagnosi dei quadri clinici neuropsichiatrici infantili e nella loro valutazione prognostica (risposta vs non-risposta alle terapie riabilitative), a definire la prevalenza di condizioni etiopatogenetiche note e a migliorare le strategie terapeutiche utili al singolo paziente (personalizzazione della terapia sulla base della patogenesi). 

Risorse finanziarie
Il progetto è finanziato dal PON Ricerca e Innovazione 2014-2020 nell’ambito dell’Azione 1.2 “Mobilità dei Ricercatori”, Avviso “Attrazione e Mobilità Internazionale dei Ricercatori” (AIM) con un finanziamento complessivo di 179.537,70 euro per la contrattualizzazione a tempo determinato di un ricercatore.

Impatto 
Il progetto si inserisce in un percorso di potenziamento di un’area clinica di grande impatto medico e sociale. Il DSA rappresenta un complesso e severo disturbo del neurosviluppo per il quale, a tutt’oggi, non sono disponibili terapie farmacologiche in grado di modificare i sintomi nucleari della patologia. I costi sociali e sanitari della patologia sono pari a 1,4-2,4 milioni di dollari negli USA; la maggior parte delle spese riguarda i costi della riabilitazione e la perdita della produttività dei genitori, che devono dedicarsi al figlio malato, senza considerare il costo degli stessi soggetti in età adulta, che raramente riescono ad ottenere stabili attività lavorative. Se interventi farmacologici o riabilitativi mirati favorissero anche solo il miglioramento del Quoziente Intellettivo in bambini autistici, il risparmio economico per ogni bambino destinato ad essere “a basso funzionamento” e che si sviluppasse con un QI normale dovrebbe approssimarsi intorno ai 500.000 euro. La ricerca nell’ambito della Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza diventa di importanza fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e contenere i costi socio-sanitari, trovando nuovi trattamenti mirati, efficaci nel singolo caso


18/06/2021
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